03/05/2010 - In prima linea ad Haiti anche un panificatore mantovano
Tra coloro che si battono in prima linea sul fronte della tragedia di Haiti, portando prezioso aiuto, c'è anche un fornaio italiano che, da anni, impegna la propria professionalità nei paesi dove più forte è il bisogno dei miseri. Si tratta di Marco Randon, panificatore mantovano e anche sindacalista. È, infatti, consigliere dell'Associazione provinciale panificatori, aderente alla Federazione nazionale. Quando ha appreso del disastro, Randon era tornato da poche settimane proprio da Haiti e non ha avuto indugi: «Vado li a fare da mangiare. Credo che i sopravvissuti ne abbiano bisogno». Ha salutato parenti e amici con poche parole, è salito in aereo ed è ripartito per l'isola. Qui, fino a poco più di un mese fa, aveva insegnato a fare il pane ai giovani haitiani nella panetteria attivata a Francisville, città dei mestieri alle porte di Haiti. Ora, al prima necessità, ha detto partendo, «è di andare lì a verificare i danni, a proteggere le strutture da eventuali sciacalli e, soprattutto, a dare una mano». Randon, da qualche anno, mette la propria professionalità e lo slancio sociale al servizio di iniziative umanitarie nei paesi del terzo e quarto Mondo. L'anno scorso ha contribuito all'apertura di un forno nel Togo e lo scorso autunno se n'èra andato a Port-au-Prince, a prestare la propria opera a favore della Fondazione Francesca Rava. Questa organizzazione, che aiuta l'infanzia in condizioni di disagio, rappresenta in Italia l'organizzazione umanitaria internazionale N.P.H. - Nuestros Pequeños Hermanos (Nostri piccoli fratelli) - che da oltre 50 anni è al servizio dei bambini più poveri dell'America latina. Ad Haiti 1 bambino su 3 muore prima dei 5 anni, 1 su 2 non va a scuola e il 70% della popolazione non ha lavoro. N.P.H. è presente in questo paese da 20 anni, sotto la guida del sacerdote e medico in prima linea padre Richard Frechette. I suoi numerosi progetti, tutti sostenuti dalla Fondazione Francesca Rava, sono: un Ospedale pediatrico da 300 posti letto e la "Casa dei Piccoli Angeli" Centro di riabilitazione per bambini disabili, Scuole di strada per 4.000 bambini nei quartieri più degradati, un orfanotrofio con 600 bambini, distribuzione alimentare e di acqua nelle aree più disagiate (che sostenuti anche da Milano EXPO 2015, hanno consentito la sopravvivenza di 12.000 famiglie), programmi di riforestazione e di formazione professionale per le ragazzine che escono dall'orfanotrofio. In tale contesto, Marco Randon era stato chiamato ad avviare l'attività e la formazione professionale della panetteria di Francisville, una cittadella che sta sorgendo su un terreno di 20.000 metri quadrati, adiacente l'Ospedale pediatrico e la Casa dei Piccoli Angeli a Tabarre, alla periferia della capitale Port-au-Prince. È stata soprannominata "la città dei mestieri" perché è un progetto di auto-sostenibilità che doveva portare aiuto a tanti bambini e alle loro famiglie, insegnare loro un mestiere, dare un lavoro e un futuro ai ragazzi che escono dall'orfanotrofio, dalle Scuole di strada N.P.H. e a tanti ragazzi che non hanno alternativa a droga, prostituzione e malavita. Il progetto prevede una scuola professionale per 500 studenti, laboratori artigianali e vocazionali, un'officina meccanica, piccole fabbriche, per riunire le imprese solidali già avviate da padre Rick e avviarne di nuove, con le quali creare posti di lavoro per la sopravvivenza di intere famiglie, produrre servizi e beni essenziali come trasporti e distribuzione di acqua, pane, pasta, pizza, scarpe da donare alle famiglie più povere e al vicino ospedale pediatrico, formare e insegnare un mestiere a migliaia di ragazzi, valorizzandone il talento e la voglia di fare e che potranno in seguito anche avviare la propria attività, autosostenere almeno parzialmente i progetti N.P.H. sull'isola. Il progetto di Francisville, concepito come modulare, perché potesse essere subito operativo, era in corso di realizzazione con l'impiego di manodopera locale. I lavori erano iniziati nell'agosto del 2008 con la recinzione del terreno. In novembre era stato completato lo "slab", la piattaforma su cui sorge l'unità di prefabbricazione dei blocchi di cemento impiegati nella costruzione del capannone industriale destinato ad accogliere le fabbriche, i laboratori, l'officina meccanica. Nel marzo 2009 era stata completata la copertura del capannone industriale e in aprile erano partiti i lavori per erigere i muri perimetrali del capannone industriale. Sotto Natale erano state completate la "fabbrica del pane" e l'officina meccanica. Per quest'anno erano in programma la costruzione del magazzino e la scuola professionale, l'avvio dei laboratori vocazionali e delle altre fabbriche. Ora di tutto questo non resta più che la forza e la caparbietà di chi è deciso a non mollare perché la gente di Haiti ha bisogno più che mai di punti di riferimento reali, ha bisogno di sperare. Il nostro panificatore è tra quelli decisi a continuare. Alla faccia dei terremoti.